Più di dieci anni fa, nel 2013, quando lavoravo in un ufficio in Germania per una grande multinazionale dei videogiochi, seduto alla mia scrivania a smanettare alla console, guardavo gli aerei passare e sognavo di staccarmi da quella sedia e da quella routine quotidiana per viaggiare in tutto il mondo.
All’epoca, Instagram, YouTube e i social media erano ancora agli albori, gli smartphone non avevano videocamere sofisticate, e su Internet c’erano solo una manciata di persone che condividevano i loro viaggi in giro per il mondo.
Da alcuni anni si parlava già di nomadismo digitale su travel blog americani e inglesi. Il fenomeno stava appena nascendo.
I computer portatili erano pesanti e costosi, e per creare un sito web era ancora necessaria una certa conoscenza di HTML o CSS, e la connessione internet non era così veloce come oggi.
Tuttavia, alcuni coraggiosi individui viaggiavano nei paesi del sud-est asiatico, come la Thailandia e il Vietnam, costruendosi uno stile di vita che consentiva loro di lavorare e viaggiare a tempo indeterminato.
Affascinato da queste storie, cominciai a sognare anch’io e, ben presto, passai all’azione.
Feci di tutto per risparmiare denaro, e dopo più di un anno, mi licenziai e volai in Thailandia con l’intenzione di imparare a lavorare con un blog di viaggi e diventare un nomade digitale.
Quando partii, avevo già una base di conoscenze, grazie alla mia esperienza nell’uso della tecnologia e della rete nel corso degli anni.
Avevo lavorato per 10 anni nel settore dei videogiochi in Inghilterra e Germania e avevo creato il mio primo sito web nel lontano 2000 con un programma chiamato Dreamweaver.
Avevo tutta la motivazione necessaria e, anche se all’inizio non sapevo come gestire un blog o monetizzarlo, col passare del tempo imparai a conoscere le persone giuste attraverso il networking, lo studio e la sperimentazione.
Alla fine, riuscii a realizzare il mio sogno, che ancora oggi, dopo dieci anni, mi consente di lavorare online e di avere il controllo del mio tempo.
Dopo la pandemia, il nomadismo digitale è diventato un fenomeno diffuso, entrando in molte case e diventando sempre più popolare.
Ne hanno parlato tutti i giornali e la televisione, ma purtroppo, quando un fenomeno sociale diventa mainstream, molti ne fraintendono la vera natura o non ne comprendono appieno il significato.
Vorrei smentire alcune convinzioni errate che vengono erroneamente diffuse online o attraverso i media da chi non ha la minima idea di cosa significhi essere un nomade digitale, sia perché non lo ha mai vissuto in prima persona, sia per idee distorte che possono nascere osservando i social network.
I NOMADI DIGITALI NON VIVONO TUTTI IN CAMPER, IN BARCA O IN SPAZI RISTRETTI
Solo una piccolissima percentuale di persone che viaggiano e lavorano online lo fa spostandosi con questi mezzi. Il nomade digitale non è per forza un camperista, anche se ci sono camperisti che sono nomadi digitali.
I camperisti esistono da tempo, sin dagli anni settanta i giovani girano il mondo con i camper.
Questo stile di vita non è nuovo, ma ora molti lo praticano a tempo indeterminato, vivendo nei camper per anni e lavorando online.
La maggior parte dei nomadi digitali non vive in camper, ma viaggia e dorme in alberghi, guesthouse, ostelli, co-living, airbnb o affitta stanze per periodi più o meno brevi.
I NOMADI DIGITALI NON SONO TUTTI CONTENT CREATOR O INFLUENCER
Solo una piccola parte dei nomadi digitali ha fatto della creazione di contenuti il proprio lavoro.
Chi lavora sui social media, come Instagram, YouTube, Tik Tok e Facebook, produce materiale video, fotografico, testuale e audio che mostra il proprio stile di vita.
Molte di queste persone viaggiano a tempo indeterminato e condividono le bellezze e i luoghi che visitano.
L’immagine stereotipata del nomade digitale che lavora con il laptop su una spiaggia esiste da anni, fin dai primi tempi del nomadismo digitale.
Tuttavia, è importante sottolineare che questa rappresentazione non corrisponde alla realtà.
La maggior parte dei nomadi digitali non lavora da una spiaggia e, in realtà, le immagini sui social media raramente riflettono la realtà.
Molti nomadi digitali nemmeno utilizzano Instagram o altri social media, preferendo gruppi Facebook o Telegram per rimanere in contatto con altri nomadi.
La maggior parte dei nomadi digitali sono programmatori, grafici, web designer, copywriter, assistenti virtuali, esperti SEO, consulenti, si occupa di e-commerce, marketing, dropshipping, trading online e molti altri lavori.
Alcuni sono dipendenti di aziende che permettono il lavoro da remoto, mentre altri sono liberi professionisti o imprenditori che gestiscono i propri affari online.
VIAGGIARE NON COSTA TANTO
Ancora oggi, molte persone ritengono che viaggiare sia costoso, ma questa è un’idea obsoleta dagli anni ’80.
Nonostante i prezzi siano aumentati dopo la pandemia, i voli intercontinentali rimangono accessibili a molti.
Si possono trovare biglietti di sola andata per destinazioni come la Thailandia o il Messico a partire da 350 euro, a seconda della stagione, della compagnia aerea e dell’itinerario.
Alcuni nomadi digitali riescono a viaggiare con soli 1000 euro al mese, comprensivi di viaggi, cibo, alloggio e spese varie. In confronto, vivere in una città come
Milano potrebbe costare il doppio.
I NOMADI DIGITALI NON SONO SEMPRE SOLI
In genere, i nomadi digitali frequentano città o paesi in cui possono incontrare altri nomadi digitali.
Ci sono città in tutto il mondo, come Chiang Mai, Ubud, Medellin, Lisbona, Città del Messico e molte altre, che ospitano meet-up e incontri per viaggiatori e nomadi digitali.
Questi nomadi digitali lavorano nei coworking o negli ostelli insieme ad altre persone, affittano appartamenti o ville condivise e organizzano co-living.
Quindi, è raro essere soli quando si viaggia come nomade digitale.
Ci sono molte opportunità per fare networking e incontrare altri viaggiatori.
Naturalmente, può capitare di mangiare o visitare luoghi da soli, ma questo fa parte dell’esperienza di viaggio e il viaggio da soli può essere una preziosa scuola di vita.
I NOMADI DIGITALI NON VENDONO SOLO CORSI
Vendere corsi è un modo legittimo per guadagnare online.
I videocorsi non sono diversi dagli altri prodotti educativi come libri, riviste o manuali.
Inoltre, ci sono servizi come consulenze, coaching, mastermind e webinar che possono essere trasformati in infoprodotti.
Alcuni nomadi digitali, come ho fatto anch’io dopo anni di esperienza, hanno condiviso le proprie conoscenze e competenze tramite lezioni video vendute online.
Questi corsi contengono informazioni, strategie, esperienze e conoscenze, ma spetta all’acquirente studiare e mettere in pratica quanto appreso.
Affermare che chi vende videocorsi vende solo la propria immagine è riduttivo.
I corsi sono strumenti educativi che offrono valore agli studenti, a patto che essi mettano in pratica ciò che imparano.
Se vuoi dare un’occhiata alla mia Accademia Nomadi Digitali puoi trovarla qui.
PERCHÉ IL NOMADISMO DIGITALE È IL FUTURO?
Il nomadismo digitale è una realtà del nostro tempo, resa possibile dalle tecnologie e dalla rete internet.
Governi di tutto il mondo stanno introducendo nuovi visti per i nomadi digitali e semplificando le procedure burocratiche.
I servizi destinati ai nomadi digitali stanno crescendo, rendendo sempre più facile viaggiare e lavorare online, persino da uno smartphone o da un tablet.
Alcune statistiche indicano che ci sono 35 milioni di nomadi digitali in tutto il mondo, e la metà di questi è costituita da americani.
Questo numero è destinato a crescere.
Sempre più aziende stanno riconoscendo i vantaggi del lavoro da remoto, che include la possibilità di viaggiare a tempo indeterminato, in termini di produttività e soddisfazione dei dipendenti.
Si prevede che entro il 2035 ci saranno un miliardo di nomadi digitali in tutto il mondo.
Criticare i nomadi digitali basandosi solo su alcune storie su Instagram o su brevi analisi superficiali equivale a sottovalutare la portata di questo nuovo stile di vita.
I nomadi digitali sono semplicemente individui che cercano la libertà di viaggiare quando lo desiderano, di lavorare quando lo ritengono opportuno e di gestire la propria vita viaggiando e lavorando online.
Questa scelta di vita non è per tutti, poiché non tutti sono disposti a dormire sempre in posti diversi, viaggiare in continuazione e a distanza dalla propria famiglia e dai propri amici. E ciò è del tutto accettabile.
Per coloro che sono disposti ad uscire dalla propria zona di comfort, il nomadismo digitale offrirà sempre la libertà di esplorare il mondo, migliorare la propria vita e sé stessi e sperimentare nuove esperienze.