Quando ho iniziato la mia vita da nomade digitale nel 2013, non avevo idea di cosa mi aspettasse davvero.
Mentre viaggiando a tempo indeterminato e creavo un business online ho dovuto affrontare un bel po’ di sfide.
Ho commesso errori che mi sono costati denaro, tempo ed energia.
Quindi, se stai pensando di intraprendere questo percorso, questo articolo può farti risparmiare mesi di frustrazioni.
Errore 1: viaggiare troppo in fretta.
Questo è l’errore più comune per chi inizia. E lo è stato anche per me.
Pensare di essere in vacanza e voler visitare quanti più posti possibile.
Nel primo anno da nomade digitale ho visitato 14 Paesi! 14! In 12 mesi.
Thailandia, Laos, Cambogia, Vietnam, Malesia, Indonesia, e tanti altri.
1 settimana in una città, 2 settimane in un’altra. e poi volavo in un altro Paese. Ma dopo un anno di spostamenti continui ho capito che non avevo mai il tempo di entrare davvero in sintonia con il posto che visitavo.
Ogni volta che cambi città o Paese devi trovare un nuovo alloggio, cercare la connessione Wi-Fi giusta, trovare spazi di coworking, adattarti a nuovi ritmi e al nuovo cibo. Se ti sposti troppo spesso, passi più tempo a organizzare il tuo viaggio che a lavorare.
Ma soprattutto quando sei sempre in movimento non riesci a lavorare davvero.
Viaggiare da nomade digitale è un equilibrio tra scoperta e stabilità.
Il mio consiglio? Rallenta.
Fermati almeno un mese in un posto, meglio se due o tre.
Non solo costa meno, perché gli affitti mensili sono molto più convenienti, ma ti permette di essere più produttivo, e anche di instaurare relazioni con la gente del posto o altri nomadi digitali.
Errore 2: non avere una routine quotidiana
Quando lasci un lavoro fisso ti sembra di aver conquistato il mondo: niente più orari, niente più sveglia, niente più obblighi.
La verità è che senza una routine… rischi di perderti.
All’inizio mi alzavo tardi, aprivo il computer quando volevo, mangiavo a orari casuali. Sai cosa è successo?
Le giornate passavano velocemente, produttività bassissima, e una costante sensazione di non aver concluso niente.
Poi, vivendo per lungo tempo a Chiang Mai, ho capito.
Lì la maggior parte dei nomadi digitali aveva una loro disciplina: sveglia presto, palestra, coworking, pause programmate.
Non era rigida come potrebbe essere una vita da ufficio, ma almeno aveva struttura.
Il mio consiglio è: costruisci una routine personale e usala ovunque vai.
Per me oggi significa svegliarmi presto, fare una doccia fredda, meditare 20 minuti, fare un po’ di movimento, corsa o camminata veloce, e poi bloccare 3–4 ore di lavoro profondo al mattino.
Perché in fondo la libertà non è “fare quello che ti pare quando ti pare”.
La vera libertà è scegliere la disciplina che nutre la tua creatività quotidiana.
Errore 3: mangiare sempre fuori
All’inizio sembra fantastico: street food a Bangkok, ristorantini economici in Vietnam, fondas tipiche in Messico.
Ma sai qual è il problema? Se mangi sempre fuori, dopo un po’ il tuo corpo ne risente.
Spezie di tutti i tipi, fritture, zuccheri nascosti.
E così dopo qualche mese, ho iniziato ad avere problemi digestivi, stanchezza cronica, e non ti dico quante volte ho dovuto correre al bagno in preda a dolori intestinali.
Questo di conseguenza influisce negativamente sulla tua esperienza di viaggio e sulla tua routine quotidiana.
Allora, prova a cercare un equilibrio.
Prendi un appartamento con una piccola cucina, e preparati piatti semplici e sani.
Ti farà bene al corpo e in alcuni casi anche al portafoglio.
Mangiare fuori deve essere un piacere, non l’unica opzione.
Errore 4: bere troppo alcol
Questo è un errore di cui parlo apertamente, anche se molti nomadi digitali lo nascondono.
Quando viaggi, l’alcol è la scorciatoia più veloce per socializzare. Birre a Bangkok, vino a Lisbona, rakia in Bulgaria, rum nelle Filippine.
Pensi che sia “divertimento”, ma in realtà è una forma di fuga. Viaggiare da nomade digitale non è vivere ogni giorno come fosse sabato sera.
L’alcol influisce negativamente sulle tue giornate.
Ti alzi con mal di testa, sei stanco, improduttivo e di sicuro più lontano dai tuoi obiettivi.
Non lasciare che l’alcol diventi il tuo modo standard di socializzare.
Puoi incontrare persone anche in altri modi: sport, eventi locali, meditazione, coworking.
Il vero nomadismo digitale è equilibrio, non fuga da te stesso.
Errore 5: scegliere destinazioni troppo costose all’inizio
Quando inizi la vita da nomade digitale, sei pieno di entusiasmo e voglia di libertà.
Vuoi viaggiare il mondo, vuoi vivere subito il sogno, e spesso ti lasci attrarre dalle mete più famose: Bali nelle zone più turistiche, Tenerife alla Canarie, Lisbona che è ormai diventata carissima.
I primi mesi da nomade digitale sono già pieni di sfide: adattarsi a una nuova routine, capire come mantenere un reddito costante, imparare a lavorare viaggiando.
Se a tutto questo aggiungi un costo della vita alto, ti stai complicando la vita da solo.
Inizia da destinazioni più economiche, dove il tuo budget ti permette di respirare.
Parti dalla Thailandia o dal Vietnam, ma anche la Malesia e la Cambogia sono Paesi bellissimi ed economici.
In America latina puoi andare in Messico, in Colombia, oppure in Ecuador, Bolivia, Perù.
Se vuoi rimanere vicino all’Italia, potresti scegliere il Marocco, la Turchia, la Bulgaria, l’Albania, la Georgia.
Sono tutti Paesi perfetti per cominciare con costi ridotti.
Quando avrai un flusso di entrate più o meno stabile e una routine consolidata, potrai spostarti anche in città più care senza il peso costante della pressione economica.
Il nomadismo digitale non è una gara a chi sta nel posto più figo: è un percorso personale.
E scegliere bene la destinazione all’inizio può fare la differenza tra vivere un sogno o trasformarlo subito in un incubo finanziario.
Errore 6: non integrarsi con le comunità locali o isolarsi troppo
All’inizio frequentavo solo altri viaggiatori occidentali.
Poi ho fatto l’opposto: mi sono isolato e ho passato mesi a creare contenuti senza conoscere nessuno.
Entrambe le situazioni erano sbagliate.
Il rischio di vivere solo con altri nomadi digitali è che rimani in una bolla: parli solo inglese, mangi solo nei posti turistici, non conosci la cultura vera.
Il rischio opposto, isolarsi troppo, è che ti manca il lato umano del viaggio, e ti ritrovi a combattere la solitudine.
Per quello ritorno spesso a Chiang Mai in Thailandia.
Perché posso alternare momenti sociali con altri nomadi digitali ma anche vivere esperienze con la gente del posto.
La mattina mi dedico alla mia routine personale da solo, il pomeriggio vado in un coworking, e la sera frequento degli eventi con gente del posto.
Il mio consiglio è quello di cercare sempre un mix di esperienze.
Coworking, meetup, gruppi di incontro locali, ma anche attività ed eventi culturali.
Così inizi a sentirti parte di una comunità, non solo un viaggiatore di passaggio.
Integrare entrambe le dimensioni ti dà stabilità e arricchisce il tuo viaggio.
Errore 7: pensare che il viaggio risolva i problemi personali
Questo è un punto delicato.
Molti partono pensando: “Se lascio tutto e viaggio, i miei problemi spariranno”.
Non è così.
L’ho pensato anche io.
Speravo che il viaggio cancellasse insicurezze, ferite, ansie.
Invece succede il contrario: i problemi ti seguono ovunque. A volte diventano ancora più visibili, perché non hai più le distrazioni della vita di prima.
Ho capito allora che il viaggio non è la pozione magica.
Il viaggio è uno specchio.
Ti rimanda indietro quello che sei.
E solo se hai il coraggio di affrontare e conoscere davvero te stesso, allora il viaggio diventa trasformazione.
Devi essere pronto a lasciar andare il passato, le sicurezze che avevi, le paure, le tue credenze.
Essere nomade digitale è un percorso di crescita personale.
Viaggiare a tempo indeterminato ti cambia, e se non lasci andare parti del tuo io che ti tenevano bloccato, alla fine ritornerai al punto di partenza.
Parti sapendo che sarà un percorso, non solo esteriore, ma anche interiore, che ti costringerà a guardarti dentro.
Solo così potrai riprendere la tua libertà.
Errore 8: viaggiare con troppa roba
Io sono partito con uno zaino di 10 chili. Volevo, sin dall’inizio, viaggiare leggero. In maniera minimalista. Con solo l’essenziale. Avevo più dispositivi elettronici che vestiti con me.
Viaggiare leggero mi ha permesso gli spostamenti con semplicità, senza stress, senza stanchezza.
Ma anche quando mi fermo e vivo in un posto, avere poche cose con me mi liber a la mente da preoccupazioni.
Viaggiare leggero è una filosofia, non solo un modo di spostarsi da un posto all’altro.
Ora ho più bagaglio rispetto ai miei primi anni.
Tutto il materiale elettronico che mi serve per creare contenuti video ma anche qualche vestito e un paio di scarpe in più.
Ma anche con qualche chilo in più continuo a viaggiare leggero.
Il punto è: porta con te solo l’essenziale, impara a scartare il superfluo.
Quello che ti serve lo trovi strada facendo.
Errore 9: lavorare troppo (e male)
Molti pensano che i nomadi digitali non facciano niente dalla mattina alla sera, passando le giornate al mare, e che in fin dei conti lavorino pochissimo.
Ma la verità è che molti lavorano troppo.
Io per primo.
Eh sì, io stesso sono caduto in questa trappola: a volte passavo giornate intere davanti al computer, senza pause, senza organizzazione, senza divisione tra lavoro e vita.
Il problema non è solo il burnout, ma anche il fatto che non ti godi il viaggio.
Se sei in Thailandia ma passi 12 ore al giorno chiuso in una stanza senza mai uscire, che senso ha?
Impara a lavorare in modo intelligente, non di più.
Ti consiglio di lavorare in blocchi concentrati in cui ti focalizzi esclusivamente su quello che stai facendo.
Rimuovi le notifiche dallo smartphone, anzi mettilo lontano da te, dai priorità a ciò che conta davvero, poniti dei limiti giornalieri e ricordati perché hai scelto questa vita.
Vuoi diventare nomade digitale per essere libero, non per essere schiavo del laptop.
Errore 10: sottovalutare il Wi-Fi
Il Wi-Fi è ossigeno per un nomade digitale.
Tanti anni fa nelle Filippine, ho vissuto per un po’ in un paesino bellissimo vicino al mare nell’isola di Panay.
Ricordo che per aprire una semplice email dovevo aspettare anche quindici minuti.
E un giorno per prenotare un biglietto aereo ci ho messo quattro ore – ci ho passato tutto il pomeriggio.
In quei giorni lavorare online era complicatissimo, tanto che ho dovuto trasferirmi in una città più grande per poter lavorare con più tranquillità.
Non avere una buona connessione può essere stressante, quindi informati sempre prima leggendo le recensioni online degli alloggi che prenoti.
E se affitti un appartamento, ti consiglio di fare un test sulla velocità del Wi-Fi prima di entrare a viverci.
Non dimenticare che puoi comprare SIM card ovunque vai o anche attivare eSIM sul tuo telefono – questo ti permette di lavorare in hotspot se per caso ne avessi bisogno.
Errore 11: viaggiare senza assicurazione
Da quando son partito viaggio sempre con assicurazione di viaggio.
La rinnovo ogni anno, e qualche anno fa ho dovuto anche usarla perché ho avuto un incidente abbastanza serio.
L’assicurazione ha pagato tutte le spese ospedaliere e anche del trasporto di emergenza.
Viaggiare senza assicurazione è l’errore più grave che tu possa fare.
Ho visto viaggiatori rovinarsi per incidenti banali: una caduta dal motorino, un’infezione, un dente rotto.
E hanno dovuto indebitarsi per uscire da quelle situazioni spiacevoli.
Se vuoi viaggiare con tranquillità e goderti la tua vita da nomade digitale non partire mai senza assicurazione di viaggio.
È d’obbligo.
E potrebbe salvarti la vita in caso ne avessi bisogno.
Questa è l’assicurazione di viaggio che uso io.
Una scelta di vita
Essere nomade digitale è una delle esperienze più belle che tu possa vivere: libertà, scoperta, crescita.
Ma non è una vacanza.
È una scelta di vita, e come ogni scelta porta responsabilità.
Alcuni degli errori che ti ho raccontato li ho vissuti tutti sulla mia pelle.
Altri li ho visti fare da nomadi digitali alle prime armi.
Se eviti questi errori, risparmierai tempo, soldi ed energie preziose.
E potrai goderti la vera libertà che cerchi: non solo quella esteriore, fatta di viaggi e tramonti, ma anche quella interiore, fatta di equilibrio, consapevolezza e responsabilità verso te stesso e verso il mondo.



