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La Libertà del Nomade Digitale

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Uno dei motivi per cui sono diventato un nomade digitale è stato il mio desiderio profondo di libertà.

La voglia di vivere la mia vita secondo i miei tempi, gestire la giornata come preferisco, avere la possibilità di viaggiare, fare attività che mi fanno stare bene, prendermi cura della mia mente, del mio corpo e del mio spirito, senza dover svendere il mio tempo.

Credo che questo desiderio di libertà spinga un po’ tutti quelli che, come me, abbracciano questo stile di vita, e anche chi desidera farlo.

Un modo di lavorare diverso da quello tradizionale

La pandemia del 2020 ha aperto gli occhi a centinaia di migliaia di persone, giovani e meno giovani, mostrando che esiste un modo di lavorare diverso da quello tradizionale.

Un modo che ci permette di essere padroni della nostra vita e non schiavi nelle mani di aziende e multinazionali che comprano il nostro tempo e gestiscono la nostra esistenza.

In tanti sono riusciti a lavorare online, ma questo è successo perché le restrizioni sugli spostamenti durante la pandemia hanno agevolato il lavoro da remoto.

Nei media tradizionali e nei social si è parlato sempre di più di smart working (un termine che non esiste nella lingua inglese) e di nomadismo digitale, come se i due concetti fossero sinonimi, ma non lo sono.

Non tutti i lavoratori da remoto sono nomadi digitali, ma tutti i nomadi digitali sono lavoratori da remoto.

Com’è cambiato il nomadismo digitale

I primi pionieri del nomadismo digitale, quelli che hanno iniziato anni fa, prima della pandemia, sono diventati tali per il desiderio di libertà e per la voglia di realizzare il sogno di viaggiare per il mondo.

La maggior parte di coloro che si sono avvicinati al lavoro online dopo la pandemia lo ha fatto invece perché vedeva nel lavoro da casa una fuga dall’ufficio o dalla fabbrica, o, nel peggiore dei casi, perché attirata dall’illusione di facili guadagni, senza necessariamente aspirare al nomadismo.

Tradizionalmente, la maggior parte dei nomadi digitali sono freelance o imprenditori digitali. Negli ultimi anni, però, si è registrato un aumento dei lavoratori da remoto che operano per aziende.

Vediamo meglio le categorie di persone che lavorano online, come si sono definite negli ultimi anni.

Le tre categorie del lavoro online

1. Lavoratore da Remoto

Il lavoratore da remoto è tipicamente un dipendente di un’azienda che consente di svolgere le attività lavorative da qualsiasi luogo, anziché dall’ufficio.

Come detto prima, questa categoria ha visto una rapida crescita durante la pandemia, quando milioni di dipendenti di tutto il mondo hanno scoperto i vantaggi di lavorare da casa o da spazi alternativi.

2. Freelance

I freelance sono quei professionisti indipendenti che offrono servizi a clienti diversi: un web designer, un grafico digitale, un esperto di marketing digitale, un programmatore, un copywriter, ecc.

Tutti i freelance godono di piena autonomia nel decidere dove e quando lavorare, non essendo legati a un’unica azienda.

Rispetto al lavoratore da remoto, il freelance ha maggiore controllo sulla propria attività e, di conseguenza, sulla propria vita.

Questo gli consente di viaggiare a lungo termine, godendo della libertà geografica tipica del nomadismo digitale.

3. Solopreneur o Imprenditore Digitale

Infine, abbiamo la figura del solopreneur o imprenditore digitale, qualcuno che crea e gestisce un’attività online interamente da solo. Questo gruppo comprende creatori di contenuti, gestori di e-commerce, consulenti o coach, tra gli altri.

A differenza del freelance, che offre servizi a clienti su base individuale, il solopreneur si concentra sulla costruzione di un business scalabile attraverso varie piattaforme digitali.

Il solopreneur è considerato l’espressione più pura del nomade digitale.

Non solo ha libertà di scelta su dove e quando lavorare, ma ha anche pieno controllo strategico e operativo del proprio business, il che gli consente di adattare il lavoro al suo stile di vita e non viceversa.

Il ritorno in ufficio: un contrasto con la libertà del nomade digitale

Il recente annuncio di aziende come Amazon, che ha imposto il ritorno in ufficio a partire dal 2025, mostra una crescente tensione tra il desiderio di flessibilità e le esigenze delle grandi imprese.

Per molti lavoratori da remoto, questa transizione porterà alla perdita di quella libertà conquistata finora.

E siamo solo agli inizi. Questa decisione potrebbe diventare un trend in cui molte aziende abbandonino le politiche di lavoro ibrido o remoto, sostenendo che il lavoro in presenza favorisca una maggiore collaborazione, innovazione e cultura aziendale.

Per le aziende, questo ritorno alle origini è visto come una necessità per mantenere la coesione tra i team, migliorare la comunicazione e accelerare i processi decisionali.

Invece, per molti dipendenti da remoto questo cambiamento significherà solo una cosa: la perdita della libertà conquistata in questi anni.

Come Mantenere la Libertà Conquistata

Per chi ha vissuto la flessibilità del lavoro da remoto, l’idea di tornare in ufficio può sembrare una condanna.

Certo, si può continuare a negoziare con il proprio datore di lavoro per ottenere di poter lavorare da remoto alcuni giorni della settimana, ma si è sempre legati alle esigenze e alle decisioni dell’azienda.

Qual è allora la maniera per mantenere la libertà conquistata?

La soluzione è imparare nuove competenze, o sviluppare quelle che abbiamo, che possono essere utilizzate online come freelance e crearsi un proprio business.

Costruire un proprio personal brand. Usare le piattaforme disponibili online per cominciare a lavorare a progetto. Farsi conoscere con un proprio portfolio, che sia su un sito web o sui social media. Fornire la propria conoscenza sotto forma di formazione digitale. Esplorare nuove idee di business.

Uscire dal concetto tradizionale del “cercare” un lavoro.

Il lavoro non si cerca, il lavoro si crea.

Da qui, passa la vera libertà del nomade digitale.

L’obiettivo è essere padroni della gestione del proprio tempo, perché sappiamo tutti che il nostro tempo è limitato, e sappiamo anche che il tempo è denaro.

Quindi meglio impiegarlo coltivando e monetizzando le proprie passioni, piuttosto che svenderlo al miglior offerente.

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Gianni Bianchini

Digital nomad mentor e content creator. Nomade digitale dal 2013, viaggio intorno al mondo a tempo indeterminato lavorando da remoto come blogger, youtuber, podcaster e fotografo.
CHI SONO

Sono Gianni Bianchini, digital nomad mentor e content creator. Nomade digitale dal 2013, viaggio intorno al mondo a tempo indeterminato lavorando da remoto come blogger, youtuber, podcaster e fotografo.

Grazie alla mia esperienza decennale, posso aiutarti ad essere libero e indipendente viaggiando intorno al mondo, scoprire e coltivare i tuoi talenti, migliorare le tue competenze e trasformarle in un business online.

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